giovedì 11 gennaio 2018

Ju Caffè d'Or(z)o 2017 - Premi Narrativa



Dopo aver stilato la lista di fine anno per il fumetto, arriva puntale (?) quella dedicata alla narrativa, che mi ha visto leggere più libri in assoluto e di pregevolissima fattura.
Molti avranno già chiuso le pratiche tra liste-classifiche e consigli di ogni genere, ma mi permetto sempre di condividere titoli, questi tutti validissimi per intenti e cifra stilistica.
Nel 2018 non mancheranno novità quali Exit West (mi fregio di possedere la copia con dedica grazie ad una amica), La ferrovia sotterranea, Leggenda privata.
Per i titoli da catalogo aspettatevi diverse sorprese.

A voi la lista che segue.


5

L'invenzione della madre

Marco Peano



Nel 2015 si chiacchierava tanto di una promessa della letteratura italiana, sbocciata completamente con un'opera prima sincera ed estremamente dolorosa.
Marco Peano accompagna il lettore negli ultimi istanti di vita della madre di Mattia, voce narrante assoluta e figlio assai devoto.
Flashback e presente si intrecciano per fornire un personaggio vivissimo.
Nel mio 2017 letterario trova spazio per poi farmi molto male sin dalle prime pagine.
L'editor Einaudi, memore del capolavoro a fumetti Mamma, torna a casa, firma un'opera delicata perché vicina al sentimento e lontana dalla platealità, tipica di alcune narrazioni fallimentari.
Prima di Meacci (tra i premiati dello scorso anno, ndr) Minimum Fax dava corpo a un'altra giovane voce della narrativa italiana.

4

Revival

Stephen King



Il Re è tornato. E questa volta con un romanzo dalla vena lovecraftiana, che racconta le radici del male nell'America degli anni sessanta.
Jamie Morton è un bambino di sei anni che vive in una cittadina del New England; questi fa subito amicizia con il reverendo Charlie Jacobs, da poco giunto in città. Una figura che sarà ricorrente nella vita del piccolo Jamie, perché salverà la vita a suo fratello con un metodo del tutto singolare.
Il reverendo, appassionato di elettricità, ha una moglie affettuosa e un bambino a cui vuole parecchio bene. Un personaggio ben accetto nella comunità cattolica.
Peccato che si abbatterà un evento luttuoso in famiglia, talmente straziante che farà vacillare la fede del pastore, che dovrà fare le valigie verso un lido migliore.
La comunità resta attonita dinanzi a questo incidente di proporzioni bibliche (per restare in tema): compreso Jamie, che si interrogherà anche lui sull'esistenza divina.

Passano trent'anni dall'accaduto.
Jamie, relitto e rocker fallito, che vive ai margini della società, incontrerà nel proprio cammino (indovinate un po'?) il pastore Jacobs.
Ossessionato dall'elettricità come un emule di Nikola Tesla, proporrà a Jamie una collaborazione che lo farà allontanare dalla placida vita che conduceva da ragazzino.

Lontano dai classici romanzi corali. King dedica l'opera a Lovecraft (tra i vari autori citati), e si vede dall'esito catastrofico; degno di essere citato assieme ai racconti del mitologico Cthulhu.
Dopo 22/11/63 scava nelle ipocrisie religiose, per poi risalire con un racconto sofferto e meraviglioso. Dove l'umana comprensione non può nulla davanti alle disgrazie e agli esperimenti di un villain prima piccolo, poi divenuto invincibile e brutale grazie ad un'illogica potenza sovrannaturale.
Il tutto richiama le atmosfere della prima stagione del cult televisivo True Detective.

Sia fatta la tua volontà. Sempre.

3

Il Regno

Emmanuel Carrère



Con l'autore d'oltralpe c'è stato un colpo di fulmine che mi porterò dietro per tutta l'esistenza.

Due anni prima veniva pubblicato il nuovo titolo di non fiction a tema Cristianesimo, un tema prima sfiorato ne L'avversario. Il manoscritto è un ibrido tra autobiografia e la già citata non fiction che ripercorre i primi anni novanta dello scrittore francese, al tempo fervente cattolico praticante.
Tutto è riconducibile alle lettere di San Paolo ai Corinzi e agli Atti degli apostoli.

Carrère ne esce con una fortissima autobiografia, spietata contro se stesso e curioso sulle origini della religione più seguita del mondo. Divertente come aveva saputo imbastire con il libro, qui secondo classificato.





2

Limonov

Emmanuel Carrère






Senza Il Regno non ci sarebbe stato il suo capolavoro.
L'anticamera di questo romanzo biografico è l'assassinio della giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja. Sono sconosciuti tuttora mandante ed esecutore dell'omicidio, avvenuto mentre scendeva le scale del palazzo in cui abitava.
Proprio da qui riparte il giornalista e romanziere Carrère, con quella che sarà una biografia su Limonov; scritta da giudice super partes e nella maniera più appassionata possibile.


Lo scrittore francese ci porta subito nei primi anni della sua vita, dalle prime scorribande nelle strade di Dzerzhinsk fino a quando decise di affibiarsi il suo nom de plume nelle vesti di poeta.
Limonov è stato un senzatetto, teppista, prigioniero politico, scrittore e poeta, dissidente e poi leader di partito. Nostalgico della vecchia Russia ma fermo oppositore di Vladimir Putin (come la succitata giornalista), si alleerà più tardi con l'ex scacchista Kasparov.
Negli anni più ruggenti fonda il partito nazional-bolscevico: provocatorio già con la bandiera dal campo rosso (tipica di quella nazista) e al centro la falce e martello che va a sostituire la svastica.
Carrerè non nasconde l'amore e l'idolatria che ha per il personaggio e l'uomo, ma smentisce da perfetto arbitro imparziale tutte le voci sul presunto retaggio nazista/fascista; mettendo a fuoco invece la sfera umana e ideologica, più vicine di quanto non sembri al socialismo.
Le vite di Limonov e Carrère si sfiorano in più riprese con la storia della Russia più recente, fino a quando non giungeranno nell'epifanico ed emozionante capitolo finale.

Una lezione-inchiesta preziosissima per chi vuole toccare con mano una materia viva della letteratura e del giornalismo mondiale.




1

Diceria dell'untore

Gesualdo Bufalino



L'amore ai tempi del sanatorio.
Sulle alture di Palermo si stanno per spegnere le vite che abitano la struttura ospedaliera, ad arrivare per ultima un reduce dalla guerra.
Mi sono avvicinato al primo romanzo dello scrittore siciliano grazie al suggerimento di Orazio Labbate.
Quello di Gesualdo Bufalino è un disfacimento terreno per calare i personaggi in una dimensione arcaica e poco umana, come se l'autore si confrontasse con una realtà surreale.
Una prosa che scava nelle viscere della terra.
Vorrei che durante la lettura ascoltaste questo disco in particolare (presente in foto).

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