martedì 23 maggio 2017

La stanza profonda - Il dungeon della memoria di Vanni Santoni (Laterza, 2017)





Inserito nella tabella di marcia ancor prima del Premio Strega e dello Stregathon.
A tal proposito: invito tutti a seguire l’iniziativa di Diana e l’intervista (click here, please), fatta proprio all’autore del libro che sta per essere qui disquisito.





Un giorno decidi di recarti in campagna dagli zii, o nella vecchia casa dei tuoi genitori con lo scopo di recuperare tutto lo scatolame di cianfrusaglie, tra antiquariato, gadget, riviste e... aspetta, cos’è quello: un librogame di Steve Jackson!
Ti fermi per qualche attimo, e come nelle migliori sedute di gdr ti spalanchi diverse porte che ti conducono negli anfratti più remoti della tua giovinezza: la creazione della scheda del personaggio; le letture de La Spada di ghiaccio (saga di Massimo De Vita pubblicata su Topolino negli anni ‘80, ndr) e le risate ristoratrici tra una cannetta e l’altra dopo quell’oretta di gioco.

Da qui emergono altri ricordi legati a Dungeons & Dragons, da qui prende il via la nuova opera di Vanni Santoni, apprezzato e lodato qualche anno fa. Un testo metanarrativo, un esperimento che ricordava la punta di diamante di un eccelso Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore. Il mio libro preferito assieme a IT di King (a giugno aprirò una parentesi sui dieci anni passati dalla prima lettura).

La prosa dello scrittore fiorentino è morbida, perché traccia con sentimento, e con un linguaggio puramente confidenziale una sentita e documentata mappatura di una (sotto)cultura quale è il gioco di ruolo. Non tardano ad arrivare quindi le digressioni che fa sugli habitué delle stanze profonde e di chi, tacciando il fenomeno, ne fa un’impalcatura mediatica; come un male capace di deviare la mente dei giovani più vulnerabili. Ma che invece si dimostra d’essere una mera tavola democratica; intorno la quale giocatori di ambo i sessi e di diverse culture/etnie possono agire secondo un ampio uso del libero arbitrio. Ancor prima: un passaggio di testimone dal master al neofita, questo bramoso di apprendere le regole.
La ricerca documentaristica è lontana dalla strizzatina d’occhio ai giocatori ed ex, ma incalza, accompagna e serve grazie al taglio giornalistico che permeerà soprattutto nella seconda parte; utile a comprendere il passaggio e la storia del gdr in Italia.



E poi arriva il momento in cui fai l'adunata nonostante i bebè a carico e lavoro.


Dopo Muro di Casse si legge ammirati un memoir romanzato sulla storia dei gdr, e sulla storia di tutti i giocatori cresciuti e fidelizzati con la creatura di Gary Gygax e Dave Arneson.
Un colpo critico inferto alla letteratura italiana.





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