martedì 21 marzo 2017

Il garage poetico di Paterson (Jim Jarmusch, 2016)





Monday. Tuesday. Wednesday. Thursday. Friday. Saturday. Sunday...

Le giornate di Paterson, conducente di autobus della città di Paterson (New Jersey), scorrono nel verso più ordinario e realistico possibile.





Ogni mattina, appena altazosi dal letto - che condivide con la sua bella e ingenua compagna Laura - si corica in cucina per mettere su la sua dimensione; pratica qui il rito che lo fa elevare a status di osservatore anti-romantico ed esistenzialista. Innamorato della poesia di Williams Carlos Williams e di Emily Dickinson.

Dopo che ha percorso la strada, tra le fabbriche della città statunitense, lo attende sul posto di lavoro un suo collega, impegnato e stressato da giorni con spese e preparativi per un matrimonio di sua nipote in India.

Passano diverse ore davanti al volante, però Paterson, da fine osservatore qual è, circondato da ragazzi che parlano di Gaetano Bresci e di giovani innamorati, elabora componimenti su componimenti.
La sera porta a spasso il suo cane Marvin, fino a quando non si rifugia nel suo locale preferito, questo avvolto in una dimensione fumosa di altri tempi.

Il suo stare al mondo è un continuo flusso narrativo, atto a descrivere la semplicità della vita, senza però ricorrere a particolari manierismi. Vedi l’assenza delle rime.

Infatti le poesie sono a schema libero, proprio come il film in cui si è mosso il regista Jim Jarmusch.


...Monday



Una pellicola, questa dalla struttura ciclica, che va osservata in tutta la sua espressione artistica; sicuramente farà storcere il naso a coloro che cercavano una narrazione più ritmata e accattivante, ma sarebbe stato tutt’altro racconto.


Le inquadrature giocano tutto sulla fissità degli oggetti (vedi la prima scena delle Ohio Blue Tip), sulla gestualità, sugli sguardi e progressivamente sui campi medi nelle varie passeggiate evasive del giovane Paterson.

Con gli occhi del protagonista antiromantico - vivo grazie all’interpretazione aggraziata di un inedito Adam Driver - potrete soffermarvi sugli scorci della città del New Jersey, omaggiata in buona parte del film, misurato e pacato a dovere.
Un poeta che non si scompone neanche nelle situazioni più delicate, nemmeno quando la sua poesia sembra di essere dispersa per sempre.

La poesia come atto liberatorio, lontano dalle logiche editoriali e dal manifestarla pubblicamente con un libro stampato. Scevro di compiacimenti e di romanticismi stucchevoli.
Paterson si rigenera ogni giorno, compiendo il più creativo e silenzioso dei gesti.






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