venerdì 23 gennaio 2015

"Viaggio in Italia di Golem" - evento Bao Publishing moderato da Adriano Ercolani (22-01-15)

Io: "Il LRNZ di vent'anni fa, cosa direbbe oggi, davanti a una copia di Golem?"

Adriano Ercolani: "Direbbe 'è be', finalmente!'"

(Giusto per farvi capire lo spirito del convivio letterario tenutosi ieri da Borri)





Si. Un convivio letterario per i riferimenti tirati fuori, e per le varie tematiche artistiche citate nel bel mezzo.

"Primo romanzo grafico di Lorenzo Ceccotti!" (Cit.)
Pure l'annuncio con tanto di megafono c'è stato prima dell'evento!



Una grande festa è stata.
Tra i presenti, il super amico Tuono Pettinato. Non appena Lorenzo lo ha visto, gli ha elargito un abbraccio di un calore assoluto.
E mentre facevo la fila ho beccato al volo Stefano Simeone, al quale ho chiesto un autografo per il numero di Long Wei. Presto firmato anche da LRNZ assieme al primo, al penultimo e all'ultimo numero della serie.
Al che il direttore della Bao, Michele Foschini, mi ha detto: "be', si può dire che oggi ti sei beccato due autografi in una volta soltanto!"
Ci puoi giurare.
Tra l'altro non sta a me sottolineare l'efficacia e la grandissima mediazione con cui ha gestito l'evento. E l'intrattenimento durante la fila, non ne parliamo. Unico.




Non appena è arrivato Lorenzo, è partito un lunghissimo applauso.
Salito sul palco, i proprietari gli hanno preso il calco della mano per la "Hand of Fame" della libreria.

La presentazione parte con l'intervento di Michele Foschini che così ha introdotto l'autore dell'opera più chiacchierata e venduta del momento (prima su Amazon in "narrativa a fumetti", please), e del suo amico dai tempi del liceo, nonché suo punto di riferimento intellettuale e d'appoggio, Adriano Ercolani aka Conte Zarganenko. Questi ha firmato la postfazione del volume.
Non appena Michele Foschini ha annunciato il numero di copie vendute e della prossima prima ristampa, è partito un applauso così lungo che ci stava tutto.

Da qui il microfono è passato all'eloquente Adriano, subito pronto a intervistare un Lorenzo Ceccotti (emozionatissimo al suo debutto e lo credo bene).
Ha così esordito il Conte: "Di quest'opera ne me parlò nel lontano 1995-98, ai tempi del liceo. E Lorenzo lo disse per primo al sottoscritto, che aveva in testa questo fumetto distopico ambientato a Roma. Che poi ci avrebbe pensato un 'attimo'. E nel frattempo passò un ventennio berlusconiano."
Gli applausi scroscianti non glieli ha negati nessuno.

Ma prima Adriano ha evidenziato l'importanza che sta avendo oggi Golem, a partire dalle recensioni quasi dal tono unanime (tranne qualche dubbio provato per la parte narrativa).
E proprio qui che le perplessità vengono sviscerate e analizzate dall'intervistatore: solamente per il fatto che l'opera trasuda di contenuti, archetipi e di vari strati metafisici e narrativi che in essa vi contiene.
Del resto, come c'è stato in parte l'equivoco orientale in merito al tratto della scuola manga.
Perché la soluzione, nonché l'intento di LRNZ di rappresentare la Roma del 2030, richiama volutamente la linea chiara di Winsor McCay (come spiegato nell'intervista su Fumettologica.it).

Adriano, per disquisire sulla critica su alcuni difetti narrativi, avanzata da un articolista, ha semplicemente spiegato che pure i romanzi della letteratura classica che si trovano al piano superiore della Borri Books sono ricchi o meno di difetti. Tra questi ha citato il Moby Dick di Melville.
Un capolavoro assoluto ma, come in molti altri titoli del suo risma, va riconosciuto il fatto che anche in esso vi siano delle imprecisioni narrative et ecc.

E scherzosamente (fino ad un certo punto) Adriano non mette in dubbio la possibilità di una edizione critica con tanto di note. Edizione simile a quelle della Divina Commedia e de l'Ulisse di Joyce.
Per lui non ci sono precedenti storici nel fumetto nostrano. 
Un titolo che a detta del Conte (e non credo sia l'unico) sta creando un fortissimo interesse. Di continuo vengono poste discussioni sui social e delle citazioni dell'opera tutte da scoprire.
Lorenzo ha poi aggiunto che in Golem le scelte cromatiche sono importanti per simbolismi e non solo. La decisione è ricaduta più su un uso naturale (che si avvicini alla natura) più che al realistico.
Soffermandosi poi sull'uso dei colori, ha citato un mangaka che, secondo lui, ha capito più di tutti in assoluto l'uso del colore nel fumetto.




E da qui sono partite le domande dal pubblico mentre si accingeva a sketchare altre copie.
Proprio il Conte ha così annunciato il momento: "e ora Lorenzo farà una cosa difficilissima. Disegnare e rispondere alle domande al contempo stesso."

Il primo gli ha chiesto quali zone di Roma sono protagoniste in Golem. Citando anche Ringo 3 proprio ambientato nella Capitale.
LRNZ tra le tante ha ripreso "albero per albero" (cit.) Via Cavour e Via Ostiense. Così facendo ha evitato un'immagine di Roma da cartolina ma più quella che l'autore stesso vive.

Il secondo (il sottoscritto) ha chiesto lumi su Astrogamma (data di uscita nel 2015, probabile): per quest'opera ha attinto il mood e gli scenari di Devilman di Go Nagai. Un road movie secondo LRNZ.
Molto movimentato.
E su quali archetipi/codici cinematografici avesse utilizzato per Golem: per le scene di un certo impatto emotivo si è ispirato ad Hayao Miyazaki. E la sola copertina richiama Il figlia di Ivan di Tarkovskj. Un regista da lui tanto apprezzato.
L'ultima domanda da me avanzata la trovate a inizio articolo.

Un altro chiede su quanto tempo abbia impiegato per la realizzazione di Golem.
L'opera ha richiesto tre-quattro stesure, di cui una da mille e passa pagine.
Dalla terza deve ringraziare in particolar modo due menti illuminate, quali Daniele Capuano ed Emanuele Sabetta, al quale è stato dedicato il tomo.

Si lascia smaltire un po' di fila che finalmente avanzo verso Lorenzo. Gli consegno i due volumi da sketchare (uno era del mio scudiero fotografo Ivan, un sentito grazie è veramente poco per il servizio fotografico che ha realizzato) e LW sopracitato.
Le chiacchiere non sono assolutamente mancate tra una linea e un'altra: sul ritorno nel fumetto popolare con il Monolith di Recchioni-Uzzeo e sui prossimi progetti in toto.

- Si attende poi il resoconto dell'ammazzacaffè fatto in casa. E non da me che sono al livello "vado a fare l'usciere" (cit.) -

Spero di aver riportato tutto quanto.
Comunque, mi dispiace per gli assenti ma è stato un incontro più che interessante.
Non solo te ne torni a casa con uno sketch e con qualche pacca sulla spalla da LRNZ ma te ne torni con un bagaglio culturale sempre più ricco.
Due amici del liceo si sono ritrovati a disquisire, approfondire con una profonda eloquenza su un'opera creata da uno di questi.
Tutto questo oltre che a mettere del sale in più (come negli incontri calcistici tra amici allenatori, ex e occasioni simili), suscita non poche emozioni.

Perché questo titolo alla prima lettura, mi è arrivato come un mattone a pieno volto.
E sarà divertente quanto arduo recensire questo oggetto.
"Uno studio matto e disperatissimo" mi attende.



Sul treno due ragazze mi hanno chiesto dove fossi stato, essendosene accorte dal volume che stringevamo io e il fido fotografo.
E rispondo che ho partecipato ad una presentazione (sfogliando davanti a loro il volume) di un fumetto che lascia basiti è a dir poco. Di un artista a tutto tondo riconosciuto sempre più grazie ad una grossa e bella casa editrice come la Bao Publishing. E che merita ordunque tutta la vostra completa attenzione.




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