Di quanto questo possa
commettere errori, proponendo generi oggi invecchiati malissimo;
spesso viene citato il padre di carta di tutta casa Bonelli. Tex.
Additandolo perché distribuisce storie con troppi spiegoni e privi di mordenti narrativi.
(Anche se i due albi firmato da Boselli-Frisenda lo scorso anno possono essere letti tranquillamente).
Additandolo perché distribuisce storie con troppi spiegoni e privi di mordenti narrativi.
(Anche se i due albi firmato da Boselli-Frisenda lo scorso anno possono essere letti tranquillamente).
L'unico pregio riconosciuto
alla testata di Bonelli padre e Galep è la proposta dei comparti
grafici sempre eccellenti: mero marchio di fabbrica della casa
editrice milanese.
Constatando ciò, invito a
chi non conosce la saga di cui si sta per recensire, di proseguire e
di soppesare queste parole perché ci sarà da scoprire tantissimo.
Via i pregiudizi sulle
produzioni venture e via.
(Perché un po' per il
pregiudizio e un po' per la constatazione provata in alcuni episodi
che il genere "avventura" viene etichettato come
intrattenimento per i matusa).
Guardando un po' più in là
troviamo la testata neonata Adam Wild: scritta
dal sempre prolifico Gianfranco Manfredi.