Diego Cajelli
(soggetto, sceneggiatura) e Stefano Ascari (sceneggiaura) – Luca Bertelè e
Patrick Macchi (disegni)
A Milano vi sono alcune bische. In questo episodio però si
tratta scommesse clandestine di tutt’altro genere: in cui si punta del denaro
sonante sui combattimenti tra poveracci ed esperti.
Qualche giorno più tardi la polizia trova il cadavere di un
giovane cinese, sulla scena del crimine le prove sono state cancellate
dall’acqua in cui hanno ritrovato la salma.
A guidare le indagini entra in scena il nuovo personaggio,
l’ispettrice De Falco. Però i suoi colleghi brancolano nel buio sebbene le
ipotesi avanzate dall’ispettrice li porterà sulla pista giusta.
L’inferno – Vol. 4
Diego Cajelli
(soggetto, sceneggiatura) e Stefano Ascari (sceneggiaura) – Francesco Mortarino
(disegni)
Nel penultimo numero un maniaco dal volto coperto da una
singolare maschera miete delle giovani vittime nel quartiere cinese del
capoluogo lombardo.
Ancora una volta scenderanno in campo Long Wei e il fido
Vincenzo Palma per far luce su questa scia di sangue.
Dagli anni della mia infanzia fino all’adolescenza le figure delle nonne sono state sempre presenti, specie la
nonna materna.
Con la nonna paterna vissi a casa sua per poco tempo
poiché mi trasferì in seguito proprio dall’altra nonna; presso la quale vi abitai per molto tempo prima di traslocare definitivamente.
Talmente presenti sono state che molte volte all’anno mi
fanno visita nei sogni.
"Beh, io e la società abbiamo cominciato ad avere punti di vista molto diversi.
Non giudicare le cose che non conosci.
Non sempre sono come appaiono. A volte sono anche peggio.
L’icona dell’industria cinematografica Barry Melville è
richiesto da tutti i registi. Nessuna pellicola avrà alcun valore senza la
presenza di un attore come Barry.
L’attore in questione sta preparando con il regista
Kerr l’ultimo film tanto atteso dalla critica e dal pubblico.
Ad affiancare l’affascinante attore nel prossimo film vi è
l’altresì fascinosa Carlyle Rosie, una simil Marylin Monroe dagli atteggiamenti
capricciosi quanto smaniosi.
Melville commetterà basta per macchiarsi la stimata carriera
d’attore con una lite violenta oppure con una dichiarazione infelice di fronte
alla stampa.
Assisterà al declino di Melville, “l’induttore” Douglas
Monroe: detective ingaggiato dallo stesso attore per seguire da vicino chi
vuole stroncargli il sogno hollywoodiano.
In un gioco di luci e ombre orchestrato perfettamente
nell’ombra Melville dovrà guardarsi intorno per non cadere nella trappola
tesagli.
Con La pazienza del
destino si chiude il primo ciclo di storie della collana ideata da Mauro
Marcheselli: grazie alla sua creazione abbiamo avuto la possibilità di leggere
molte punte d’eccellenza e molte altre storie bellissime firmate dagli artisti
di punta della Sergio Bonelli Editore.
Nell’ultima storia Paola Barbato ha tessuto una storia fitta
di trame e di stratagemmi impensabili, sempre in crescendo ponendo
interrogativi e ostacoli alla star del cinema Melville. Regalando al lettore
suspanse e una scrittura dell’hard boiled stupefacente.
Per il comparto grafico Giovanni Freghieri con la sua matita
conferisce grazia e maestria allo stato puro, all’aria dell’America fumosa
degli anni 70’.
Con le due storie scritte da Bilotta per questa collana,
l’ultimo numero del duo Barbato-Freghieri rientra nella mia Top 3 de Le Storie.
A voi lancio il sondaggio: quale dei dodici numeri vi ha
incatenato per tutte le pagine dell’albo e vi ha fatto strofinare gli occhi per
la qualità?
Sondaggio aperto fino al 5 novembre.
La mia risposta la saprete a fine sondaggio.
1 - Il boia di Parigi (Barbato - Casertano)
2 - La redenzione del samurai (Recchioni - Accardi)
3 - La rivolta dei Sepoy (De Nardo - Brindisi)
4 - No smoking(Ruju - Ambrosini)
5 -Il lato oscuro della luna (Bilotta - Mosca)
6 - Ritorno a Berlino (De Cubellis - Morales)
7 - La pattuglia (Accatino - Casertano)
8 - Amore nero (Simeoni)
9 - Mexican Standoff (Cajelli - Cremona)
10 - Nobody (Bilotta - Vitrano)
11 - Il lungo inverno (Di Gregorio - Ripoli)
"Paolo Bacilieri in questo graphic novel non ci ha condotto solo sui sentieri di un uomo afflitto dalla società, ma ha tessuto quello che è stato il testamento umano di uno dei più grandi scrittori del nostro tempo."
Sulla testata online Roma da Leggere, nella rubrica Ju Caffè il cui nome fa il verso al blog, trovate la recensione su Sweet Salgaridi Paolo Bacilieri, edito dalla Coconino Press.
Il compito di stendere il resoconto di questo gioiello grafico e letterario, non è stato per niente facile.
Per rendere merito all'opera di Bacilieri non si poteva commettere errori di leggerezza, ne avrei sminuito il valore.
Il sottoscritto nella breve vita da lettore non si era misurato mai in un vortice di tale vortice artistico e umano.
Le vite di alcuni militari vengono attentate da un piano
ordito da un ufficiale corrotto.
A sopravvivere vi è Ned Ellis. Questi dopo aver perso la
memoria viene soccorso dal capo Sioux Cavallo Zoppo.
Proprio Cavallo Zoppo infonderà all’ex militare tutte le sue
conoscenze e le arti magiche: per completare la rinascita di Ned Ellis, in
Magico Vento.
Tre anni dopo Magico Vento giungerà a Chigago per indagare
sul torbido complotto politico innescato dal cinico Howard Hogan.
Il nuovo arrivato dei Sioux farà la conoscenza del
giornalista ex alcolizzato Willy Richards, per via della somiglianza con lo scrittore Edgar Allan Poe.
Anch’egli vuole far luce
sulla questione Hogan.
Sul giornale online Roma da Leggere ho voluto debuttare con una recensione.
Non una qualsiasi, perché ho espresso fortemente il desiderio di rendere tributo all'ultima grandissima uscita della collana bonelliana Le Storie. "Nobody" lo troverete ancora in edicola, un albo firmato da quel grande scrittore Alessandro Bilotta e da un ispiratissimo Pietro Vitrano.
Un articolo che funge da apripista per quella che considero una estensione del mio blog su Roma da Leggere.
Già che ci siete, date un'occhiata a questa testata che merita molto.
Sono stati distribuiti volantini, contro-volantini, copie
numero zero nelle Chinatown di Roma e Milano.
Un’attesa amplificata dalla massiccia campagna pubblicitaria
della Editoriale Aurea, per far conoscere quello che potrebbe essere un
trampolino di lancio per il fumetto italiano. Come molte altre nuove proposte (VEDI DRAGONERO)
Nata da un’idea del Direttore della casa editrice, Enzo
Marino e dal nuovo curatore di Dylan Dog, Roberto Recchioni (excecutive
producer) sbarca a suon di calci e pugni nelle nostre edicole Long Wei.
E chi è “Long uei”?! Sarà un giornalino sulle arti marziali
simil manga e nulla più?
Qui potreste evitare di mettere il piede nella falla. Perché
questa serie ha i numeri per andare avanti come si deve. E gli sceneggiatori
per procedere senza sbavature.
A Diego Cajelli gli sono state affidate le redini della
trama, convocando una rosa di sceneggiatori che lo affiancheranno e di un team
di disegnatori. Tra cui il character design Luca Genovese, il quale ha
realizzato splendidamente il comparto grafico del primo albo “Il Drago”.
La cover di Lorenzo Ceccotti... trasuda tanta roba!
Tony ha sperperato tutto il denaro nella bisca gestita da
Tsui. Il gioco d’azzardo ha intrappolato il panciuto scommettitore fino a
quando verrà sbattuto fuori negandogli l’ennesima
chance.
A Tsui dovrà restituire tutta la somma giocata: sarà quindi costretto a cedere l’attività del ristorante cinese di cui è proprietario.
Lo scommettitore disperato chiamerà in suo soccorso il
giovane Long Wei: questi sin da piccolo ha praticato da autodidatta le arti
marziali, non ha smesso mai di coltivare il sogno di fare l’attore dei film di
genere appunto d’arti marziali.
Long Wei con le “buone maniere” troverà la giusta intesa
assieme a Tsui e scagnozzi.
Però nella pagina finale si avvicina un nuovo caso da
risolvere per il giovane.
Qui si ha di fronte un prodotto fresco, particolare,
graficamente realizzato da un ispiratissimo Luca Genovese, per quanto concerne
la narrazione, scorre senza essere pretenziosa. E privo di cliché o
rivisitazioni del genere già viste. Colma di citazioni a film dei maestri come
Jet Li, Bruce Lee e affini. Ma una su tutte, ho trovato una citazione musicale
deliziosa quanto d’impatto.
Ripeto, Luca Genovese dopo il suo lavoro in “Beta” conferisce dinamicità e
spettacolarità alle tavole senza pecca alcuna. La bellezza contenuta nelle
tavole però è stata intaccata dalla qualità veramente scadente della carta (me
ne ero accorto già con il sesto numero della ristampa di “XIII”. Si attendono provvedimenti.
Nella mia ignoranza in campo di arti marziali, la prima cosa che mi è venuta in mente con l'arrivo di Long Wei è stata questa. A mio avviso un piccolo tassello della mia infanzia.
Se nella vostra edicola non è ancora arrivata la vostra
copia, potreste rimediare subito in questo modo: sbattete in faccia questo
volantino al vostro edicolante.
Merita. dategli qualche altra chance prima di decidere. Perché una volta terminata la lettura, almeno smetterete di ordinare al ristorante cinese i soliti piatti facili facili.
«Questo
sta a lei scoprirlo, se ne ha voglia. Oppure può fermarsi alla forma
che hanno fatto prendere all'acqua».
«Non ho capito, mi scusi». «Io
non sono siciliana, sono nata a Grosseto, sono venuta a Montelusa quando
mio padre ne era prefetto. Possedevamo un pezzetto di terra e una casa
alle pendici dell' Amiata, ci passavamo le Vacanze. Avevo un amichetto, figlio di contadini, più piccolo di me.
Io avevo una decina d'anni. Un giorno vidi che il mio amico aveva messo
sull'orlo di un pozzo una ciotola, una tazza, una teiera, una scatola
di latta quadrata, tutte colme d'acqua, e le osservava attentamente. «"Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. «"Qual è la forma dell'acqua?"». «"Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"».
1994
Vennero messi alla luce prodotti filmici e altre forme di
intrattenimento.
Col tempo hanno acquisito una certa valenza. Ormai sono
considerati come oggetti culto della nostra cultura popolare.
“Pulp Fiction”; il
lungometraggio d’animazione “Il Re Leone”
tra i migliori realizzati negli ultimi anni;
e il pluripremiato e commovente “Forrest
Gump” di Zemeckis.
Posso dire che se non è arrivato al primo posto nella mia
top 3 degli albi “Le Storie”, avrà
raggiunto almeno secondo...
Billotta e il disegnatore Matteo Mosca, conezionano un
piccolo gioiello per tutte le tasche. Ad un prezzo veramente economico di 3,5
euro, potrete portarvi a casa una graphic novel in formato bonellide (o
bonelliano, o come dir si voglia insomma!)
Il lato oscuro della
luna si esibisce con un biglietto da visita sublime: altro non è che la
miglior coprtina mai realizzata da Aldo di Gennaro per questa collana! Possiamo
intravedere già quella che sarà l’evoluzione della storia e un labirinto
emozionale nel quale ci perderemo con grandissimo piacere.
Lloyd Clark sin da bambino ha sempre sognato di fare
l’astronauta, per esplorare il misterioso satellite, la Luna.
Conoscerne il suo lato nascosto, non visibile dal pianeta
Terra (almeno prima dell’evento del 10 ottobre 1969) a causa del fenomeno della
librazione.
Unico compagno di gioco, suo fratello Tom, i due
condivideranno gioie e dolori nell’arco della loro infanzia. Il loro padre è
partito da poco per la guerra, a tenere a bada i piccoli ci penserà la madre.
1963:
Il protagonista è partito con l’equipaggio nella navicella
Selene – 7.
L’abisso e la carrellata di ricordi tormenteranno nel corso
di un pericolo incombente il giovane Lloyd. in preda alla solitudine dovrà
lottare contro i suoi fantasmi e sfuggire da una minaccia extraterrestre (?)
Il presente dell’astronauta si alternerà spesso con dei
flashback gestiti benissimo dalla penna di Billotta: e vedrete che alcune di
queste si basano su un utilizzo narrativo serrato. Gestione impeccabile.
Questo albo è un ricco mosaico di emozioni, di una indagine
psicologica degna de “l’indagatore dell’animo” quale è, ogni tavola di un
eccellente Matteo Mosca (ti aspetto per il prossimo albo!) costituisce un
tassello essenziale per il racconto, poiché aiuta ad enfatizzare il ritmo della
storia.
La psicologia di ogni singolo personaggio costruita più del
dovuto, e io ne ho odiato uno in particolare. Il tratto di Mosca conferisce il
character design in una maniera fuori dall’ordinario, donandogli delle
espressioni notevoli. Gli scenari rappresentati con estrema cura permettono al
lettore di perdervi piacevolmente tra di esse.
Una storia sull’orlo tra il reale e la distopia.
Dimostrazione di come a volte nella nostra vita bisogna
esplorare l’ignoto e il temibile.